martedì 24 marzo 2015

Attività e iniziative



LABORATORIO: "IMPARARE UN METODO DI STUDIO"Autonomia nei compiti a casa

10/12 INCONTRI IN PICCOLO GRUPPO PER ACQUISIRE UN METODO DI STUDIO APPLICABILE A TUTTE LE MATERIE

L’obiettivo del corso è quello di trasmettere a bambini e ragazzi le competenze necessarie per lo studio in autonomia.
Ogni incontro verte su specifici temi ed attività.

Contenuti delle sedute:

- Organizzazione del tempo , uso del diario, preparazione della cartella;
- Prendere appunti durante la lezione;
- Studiare sui libri di testo: Come affrontare diversi tipi di testo, imparare a sottolineare e ad annotare;
- Dal testo alla mappa: Impariamo insieme a creare le mappe;
- Il ripasso e l’esposizione;
- Affrontare diversi tipi di verifiche;
- Strumenti compensativi per studiare in autonomia.   

A chi si rivolge:

- Bambini della scuola primaria;
- Ragazzi della scuola secondaria.

Conduttore:

Dr.ssa Claudia Agrella, Psicologa specializzata in Disturbi dell’Apprendimento.

Per informazioni e prenotazioni:


Tel.338/3176914 - email: arcobalenodellanimaonlus@gmail.com

venerdì 29 marzo 2013

DSA E TERAPIA.


Lavorare con i bambini che presentano disturbo specifico di apprendimento, richiede competenze acquisite sia in campo diagnostico che terapeutico; una diagnosi accurata che pone in evidenza, oltre alle difficoltà di base, anche gli ambiti di competenza e di potenzialità del soggetto, permette la progettazione e l’attuazione di percorsi terapeutici personalizzati ed efficaci che garantiscono l’evoluzione dei processi di acquisizione della letto -  scrittura e logico – matematici, riducendo le difficoltà e promovendo la conquista di livelli più adeguati di autostima.
E’ inoltre importante riuscire ad entrare in contatto con la sofferenza di questi bambini, con la loro ansia, con il loro disagio, spesso alla base di condotte inadeguate, di atteggiamenti oppositori e provocatori, di reazioni di disimpegno, frequentemente osservabili in questi soggetti, soprattutto quando il problema non è stato riconosciuto precocemente.
Il bambino con disturbo specifico si trova spesso stretto in una morsa: egli non conosce la propria difficoltà, ma, con l’ingresso della scuola elementare, inizia a vivere esperienze negative e frustranti; i compagni apprendono e imparano a fare ciò che a lui rimane difficile, gli insegnanti lo sollecitano, mettono in evidenza i suoi errori, lo stimolano a lavorare meglio al punto che, nel bambino, può farsi strada una terribile certezza: non so fare, non sono capace.
D’altro canto i docenti si sentono persi: quel bambino ai loro occhi appare intelligente, curioso e allora, perché non apprende? Forse non si impegna abbastanza, forse non è interessato alle attività, forse ha troppa voglia di giocare… ed ecco che iniziano a prendere campo le sollecitazioni e i rimproveri, gli atteggiamenti di eccessiva gratificazione alternati ad atteggiamenti di scoraggiamento e avvilimento.
Nel frattempo la famiglia ha già avvertito il pericolo; i genitori si rendono conto che il loro figlio procede più lentamente dei compagni, i compiti a casa sono una tragedia… eppure sembrava un bambino capace, vivace, sveglio.
Quando anche gli insegnanti confermano la difficoltà,  i genitori si sentono feriti, quasi offesi e, dopo i primi momenti di smarrimento, iniziano a porre in atto reazioni che, a seconda dei casi, sono molto diverse tra loro.
In alcune situazioni, la comunicazione ricevuta sul figlio scatena vecchi conflitti nella coppia genitoriale, ciascun genitore valuta la situazione con parametri diversi e indica diverse soluzioni, si attribuiscono reciprocamente responsabilità, manchevolezze, colpe e il figlio viene a trovarsi in mezzo ad ostilità talvolta manifeste, talvolta tacite, ma ugualmente dolorose. Oltre ad essere incapace a scuola egli si sente anche causa dei litigi tra i genitori.
In altre situazioni la coppia genitoriale si coalizza, ma individua nella scuola il nemico da combattere; in questi casi gli insegnanti sono considerati incompetenti, per cui i genitori si mettono alla ricerca di risposte che confermino le adeguate capacità del proprio figlio. Il loro obiettivo non sembra essere quello di trovare soluzioni al problema, ma quello di invalidare il parere dei docenti, di dimostrare che sono questi ultimi ad avere sbagliato.
Difficilmente si giunge a porre in atto una modalità di relazione collaborativa tra scuola e famiglia; quando questo avviene, si assiste a uno scambio di informazioni utili, alla condivisione di conoscenze, che rendono il percorso che conduce all’individuazione del problema e alla ricerca di adeguate modalità di lavoro più sereno e maggiormente improntato alla fiducia.

Fonte: 

venerdì 15 marzo 2013


La sindrome di Asperger (AS) è un disturbo appartenente alla categoria diagnostica dei disturbi pervasivi dello sviluppo ed caratterizzata principalmente da grosse difficoltà nell’interazione sociale e dalla presenza di interessi molto circoscritti e peculiari per intensità e tipologia.
Pur avendo difficoltà simili a quelle delle persone con autismo (un altro disturbo che appartiene alla categoria dei disturbi pervasivi dello sviluppo), le persone con sindrome di Asperger non presentano ritardi intellettivi e linguistici tipici dell’autismo.
Tale diagnosi è stato introdotta nel manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali solo nella sua quarta edizione (DSM-IV) del 1994; per questo motivo è da poco tempo che i clinici hanno incominciato a riconoscerne i sintomi e a promuovere interventi per individui con queste difficoltà. In passato, infatti, le caratteristiche che distinguono il disturbo sono state interpretate come “particolarità caratteriali” e non è stata riconosciuta la vera natura del disagio di queste persone.
Il disturbo risulta essere molto più frequente nei maschi che nelle femmine (almeno cinque volte tanto). Mancano dati certi su quanto questo disturbo sia diffuso nella popolazione generale.

     

    Di seguito riportiamo alcune caratteristiche dei bambini con sindrome di Asperger


  • Ritardo nella maturità sociale e nel pensiero sociale
  • Difficoltà nel fare amicizie e spesso vittime di bullismo
  • Difficoltà nel controllo e nella comunicazione delle emozioni
  • Insolite capacità linguistiche che includono un ampio vocabolario e una sintassi elaborata ma in concomitanza con capacità di conversazione immature, prosodia insolita e tendenza ad essere pedanti.
  • Interessi insoliti per argomento o intensità
  • Profilo insolito nelle difficoltà di apprendimento
  • Necessità di assistenza nell´organizzazione e nell´auto-aiuto.
  • Goffaggine nel modo di camminare e nella coordinazione
  • Sensibilità a suoni, sapori e consistenze specifiche o sensibilità tattili.

    Vantaggi della diagnosi


  • Riconoscimento delle difficoltà reali nella gestione delle esperienze che le altre persone trovano non problematiche e addirittura piacevoli
  • Cambiamento positivo dell´aspettativa delle altre persone, accettazione e supporto
  • Complimenti piuttosto che critiche riguardo le competenze sociali.
  • Riconoscimento della sensazione di confusione e sfinimento nelle situazioni sociali
  • La scuola può accedere a risorse che aiutano il bambino e l´insegnante
  • La persona adulta può accedere a servizi di supporto speciali per l´impiego ed il proseguimento degli studi
  • Una maggiore comprensione di se stessi, perorazione della propria causa (self-advocacy…) e migliore capacità decisionale nella scelta del lavoro, delle amicizie e dei rapporti interpersonali
  • Senso di appartenenza ad una “cultura” che viene valorizzata
  • La persona non si sentirà più stupida, difettosa o pazza.

    Gli aspetti della diagnosi


  • La diagnosi può essere fatta con una buona accuratezza nei bambini dopo i 5 anni, mentre la diagnosi in bambini più piccoli non è sufficientemente attendibile.
  • Ad oggi abbiamo strumenti e criteri diagnostici specifici per la diagnosi degli adulti
  • L´accuratezza della diagnosi negli adulti può risentire della maggiore o minore sincerità della risposta alle domande o ai questionari
  • Alcuni adulti che richiedono una diagnosi possono presentare i segni ma non le difficoltà di funzionamento significativamente cliniche necessarie per una diagnosi di sindrome di Asperger
  • Non è la gravità dell´espressione che è importante, ma lo sono le circostanze, le aspettative ed i meccanismi di coping e di supporto.

    Teoria della mente


  • Difficoltà nel decodificare i messaggi dallo sguardo delle altre persone
  • Tendenza ad un´interpretazione letterale di quello che dicono le altre persone
  • Tendenza ad essere considerati maleducati ed irrispettosi
  • Notevole onestà
  • Ritardo nello sviluppo dell´arte della persuasione, del compromesso e della risoluzione di conflitti
  • Forma diversa d´introspezione e autoconsapevolezza
  • Problemi nel decodificare quando qualcosa provoca imbarazzo
  • Tempi maggiori per processare informazioni sociali a causa dell´utilizzo della ragione piuttosto che dell´intuito
  • Sfinimento fisico ed emotivo causato dalla socializzazione.

    La comprensione e l'espressione delle emozioni


  • La maturità emotiva dei bambini con sindrome di Asperger è di solito inferiore di tre anni rispetto ai coetanei
  • Possono avere un vocabolario limitato per descrivere le emozioni e una mancano di sottigliezza e varietà nell´espressione delle emozioni
  • C´è un´associazione tra la sindrome di Asperger e lo sviluppo di un disturbo dell´umore aggiuntivo o secondario, tra cui depressione, disturbi d´ansia e problemi nella gestione della rabbia e nella comunicazione dell´amore e dell´affetto
  • Le persone con la sindrome di Asperger appaiono vulnerabili a sentimenti di depressione e un bambino/adulto su 3 soffre di depressione clinica.
  • Non sappiamo quanto siano comuni problemi di gestione della rabbia nei bambini e adulti con sindrome di Asperger, ma sappiamo che quando questi si verificano la persona con Asperger e la sua famiglia sono molto motivati a ridurne la frequenza, l´intensità e le conseguenze della stessa.
  • Ad una persona con sindrome di Asperger può far piacere una dimostrazione d´affetto che sia di breve durata e di bassa intensità e possono essere confusi o sopraffatti quando vengono manifestati o ci si aspettano livelli più intensi di manifestazioni d´affetto.
  • La gestione delle emozioni in bambini ed adulti con sindrome di Asperger può essere concettualizzata come un problema nella gestione dell´energia, ovvero della presenza eccessiva di energia emotiva e difficoltà nel suo controllo e nel suo rilascio costruttivo.

    Interessi speciali


  • Una delle caratteristiche che differenzia un hobby da un interesse speciale di rilevanza clinica è il focus verso l´interesse o la peculiarità dell´argomento
  • Interessi speciali o insoliti possono svilupparsi già dal secondo o terzo anno di età e possono iniziare a manifestarsi attraverso l´interesse per parti di un oggetto come le ruote di una macchinina o gli interruttori elettrici
  • La fase successiva può riguardare la fissazione verso qualcosa che non sia né un gioco né una persona o riguardo una particolare categoria di oggetti e la collezione di un gran numero di questi
  • Successivamente è possibile che inizi la raccolta di fatti e dati riguardo uno specifico argomento
  • La maggior parte della conoscenza che riguarda l´interesse speciale è appresa in maniera autodidatta e rivolta verso se stesso
  • Durante l´eta pre-adolescenziale ed adolescenziale l´interesse può riguardare l´elettronica ed i computer, la letteratura di finzione, la fantascienza e a volte può essere diretto verso una particolare persona.
  • Sembrano esserci due particolari categorie di interesse: la collezione e l´acquisizione della conoscenza di un argomento o concetto specifico
  • Alcune ragazze Asperger possono sviluppare un interesse speciale verso la narrativa piuttosto che verso i fatti
  • A volte l´interesse speciale può riguardare gli animali ma con un livello tale di intensità che il bambino si comporterà come l´animale di suo interesse.

L´interesse speciale ha varie funzioni:
  1. superare l´ansia
  2. è un´attività piacevole
  3. aiuta a rilassarsi
  4. assicura una maggiore prevedibilità e sicurezza nella vita
  5. aiuta a capire il mondo fisico
  6. crea un mondo alternativo
  7. crea un senso di identità
  8. facilita la conversazione ed è indice di abilità intellettuale

L´interesse può essere fonte di divertimento, apprendimento, identità, autostima e può essere utilizzato in maniera costruttiva dai genitori, insegnanti e terapeuti.
Quando si considerano gli aspetti positivi dell´interesse speciale è importante considerare non solo i benefici per la persona con Asperger ma anche i benefici per la società.

    Abilità cognitive


  • Alcuni bambini Asperger iniziano ad andare a scuola avendo delle abilità scolastiche maggiori rispetto ai loro coetanei.
  • Ci sono più bambini Asperger di quanti ci si aspetti verso gli estremi delle abilità cognitive (alto potenziale e/o problemi di apprendimento) Profili di abilità di apprendimento a scuola
  • A scuola gli insegnanti capiscono presto he il bambino ha uno stile di apprendimento che lo distingue dagli altri e che presenta abilità nel comprendere il mondo logico e della fisica, notando dettagli, ricordando e sistematizzando i fatti in maniera sistematica
  • I bambini Asperger possono essere facilmente distraibili, specialmente in classe. Quando si dedicano alla risoluzione di un problema, sembrano avere la mente a binario unico e hanno paura di sbagliare.
  • Progredendo nel percorso scolastico, gli insegnanti notano difficoltà nelle abilità organizzative specialmente riguardo i compiti per casa e gli esami
  • Se un bambino Asperger non ha successo sociale a scuola, il risultato scolastico diventa la motivazione primaria per andare a scuola e determina lo sviluppo dell´autostima

    Movimento e coordinazione


  • Si nota una certa goffaggine motoria in almeno il 60% dei bambini con Asperger, ma molti studi che utilizzano procedure specializzate mostrano che specifiche problematiche nel movimento riguardano quasi tutti i bambini con sindrome di Asperger
  • Quando camminano o corrono la coordinazione può risultare immatura e gli adulti con sindrome di Asperger possono avere un´andatura strana, a volte idiosincratica che manca di fluidità ed efficacia
  • Alcuni bambini con sindrome di Asperger possono avere uno sviluppo immaturo nell´abilità del prendere, lanciare e calciare la palla
  • Una descrizione più accurata del semplice essere goffi può essere una carente pianificazione di movimento e tempi lenti di preparazione mentale (una lenta programmazione mentale?)
  • Le insegnanti possono mostrare preoccupazione riguardo le difficoltà nella scrittura a mano
  • La goffaggine motoria sembra non interessare le attività sportive come il nuoto, l´utilizzo del trampolino, giocare a golf e l´equitazione.

    Sensibilità sensoriale


  • Alcuni adulti con sindrome di Asperger ritengono che nella vita di tutti i giorni la loro sensibilità sensoriale ha un impatto maggiore rispetto alle problematiche che riguardano lo stringere amicizie, gestire le emozioni e trovare un impiego adatto
  • La sensibilità più comune è quella verso suoni specifici, ma ci possono essere anche sensibilità tattili, sensibilità riguardanti l´intensità della luce, il gusto e la consistenza di alcuni cibi, nonché la sensibilità verso certi odori.
  • Ci può essere una reazione spropositata o al contrario sottotono rispetto ad un dolore fisico, al disagio e all´equilibrio, la percezione del movimento e l´orientamento corporeo possono risultare insoliti.
  • In ambienti sensorialmente stimolanti, come ad esempio la classe, il bambino con una grande sensibilità sensoriale diventa iper vigilante, teso e distraibile, non sapendo quando arriverà la successiva dolorosa esperienza sensoriale
  • Sappiamo che questi segni sono presenti in maniera maggiore nell´infanzia e diminuiscono gradualmente durante l´adolescenza, ma rimangono caratteristiche permanenti per alcuni adulti con sindrome di Asperger. 
 
 
Fonti:
Tony Attwood.-(DSM-IV)

venerdì 1 marzo 2013

AIUTARE NEI COMPITI SCOLASTICI I BAMBINI DSA;
CONSIGLI PER I GENITORI

I compiti a casa possono essere “l’incubo” giornaliero del bambino dislessico e della sua famiglia. Vi riportiamo alcuni consigli per rendere i compiti utili all’apprendimento e non un motivo di scontro tra voi e il ragazzo.
Per prima cosa ricordatevi che il fine dei compiti scolastici è praticare qualcosa che si è già appreso a scuola. Se il compito è troppo difficile parlatene con l’insegnante. Non permettete che vostro figlio si senta frustrato se i compiti sono troppo difficili o troppo lunghi per le sue forze. Spesso aiuta dargli compiti più semplici e diminuire notevolmente il volume.

STABILIRE UNA ROUTINE

Programmate una routine quotidiana nell’esecuzione dei compiti scolastici. Una programmazione scritta appesa ad una muro vicino al posto di studio, sarebbe la cosa più indicata. Lasciate lo spazio alle attività extra scolastiche. Il luogo dove si studia deve essere tranquillo, con ampio spazio di lavoro e tutto il materiale a disposizione (matite, carte geografiche etc.). Il tavolo da cucina va bene solo per brevi controlli di studio. Capite quale è l’ora migliore per vostro figlio per studiare. Ricordatevi che il ragazzo dislessico necessita di tempi supplementari di recupero dopo il rientro da scuola, egli ha dovuto investire più energie dei coetanei. La lettura quotidiana è importante per poter sviluppare le abilità e le strategie in tale campo. Quando il ragazzo è stanco e frustrato intervenite leggendogli ad alta voce i testi, ciò può aiutarlo ad apprezzare il testo. Ricordatevi che il testo può essere anche ascoltato.

ESEGUIRE I COMPITI.

Dividete i compiti in parti eseguibili in tempi ragionevoli. Fate fare delle pause. Incoraggiate il ragazzo a produrre, con calma, compiti di buona qualità piuttosto che cercare di finire tutto male e in fretta. Il ragazzo dislessico spesso si scoraggia se la quantità di compiti è eccessiva. Controllate se il ragazzo capisce le consegne del compito, leggetegliele ad alta voce se sono di difficile comprensione. Se necessario, eseguite con lui i primi esercizi. Nei componimenti scritti, prima che inizi, aiutate il ragazzo, oralmente, a sviluppare le idee secondo un ordine logico; insegnategli il vocabolario specifico di cui ha bisogno. Se necessario, in forti disortografie, siate la sua scrittrice in modo che il suo pensiero possa svilupparsi indipendentemente dalla sua disabilità.

CONTROLLO DEI COMPITI

Insegnate a vostro figlio a rivedere i propri compiti, correggendoli e migliorandoli, ciò lo renderà indipendente da voi. Insegnategli ad usare un computer con il correttore ortografico, incoraggiatelo a velocizzare la digitalizzazione. Se il ragazzo è lento nell’esecuzione dei compiti, incoraggiatelo ad usare una sveglia, in modo che realizzi i tempi impiegati e impari a razionalizzarli. Quando il ragazzo completa in modo soddisfacente i compiti, lodatelo e sottolineate le cose fatte bene!

Fonte; AID iTALIA ღஐღ.

mercoledì 21 novembre 2012

L'Iperattività nei Bambini

Quando si può parlare di iperattività nei bambini? Spesso ci capita di osservare bambini estremamente vivaci, che faticano a mantenere a lungo l’attenzione su uno stesso stimolo o sentono il bisogno di muoversi continuamente.
Spesso si tratta solamente di bambini vivaci che attraversano particolari fasi del loro sviluppo, altre volte, però sono bambini che hanno delle reali difficoltà a rimanere fermi o a mantenersi lungamente concentrati.
La linea di demarcazione tra i due casi è sottile.
Vediamo insieme come poter distinguere le due situazioni.

Atteggiamenti di dinamismo e vivacità sono comuni in età infantile e sono indice di uno sviluppo sano, rientrando nella normale esuberanza infantile; tuttavia alle volte diventano talmente considerevoli da prendere il sopravvento, interferendo con il funzionamento individuale, sociale e scolastico del bambino;
in questi casi ci troviamo dinnanzi ad un notevole disagio sia per il bambino che per la sua famiglia, ed è ragionevole prendere in considerazione l’idea di chiedere aiuto.

  
ll Bambino Iperattivo

Secondo il DSM VI è possibile rintracciare delle caratteristiche specifiche che contraddistinguono i bambini che soffrono di "disturbo da deficit dell’attenzione / iperattività".
 Gli elementi distintivi coinvolti nel disagio sono la disattenzione, l’iperattività e l’impulsività. Per ogni singolo caso l’uno o l’altro aspetto può prendere il sopravvento.

- Per quanto riguarda la disattenzione o defict d'attenzione, si tratta di bambini che non riescono a prestarne molta ai particolari, hanno difficoltà a mantenerla sui compiti o sulle attività di gioco, non sembrano ascoltare quando gli si parla, non seguono le istruzioni e non portano a termine i compiti; hanno difficoltà ad organizzarsi, spesso perdono gli strumenti necessari per le attività che devono svolgere e sono facilmente distratti e sbadati.

- Sul versante dell'iperatttività si osservano difficoltà nel giocare in modo tranquillo, sono bambini che parlano troppo e sembrano sempre sotto pressione, si alzano spesso, scorrazzano e saltano dovunque.

- Riguardo all'impulsività infine, frequentemente “sparano” la risposta prima che l'interlocutore abbia finito di porre la domanda, non attendono il proprio turno, interrompono gli altri e possono essere invadenti nei loro confronti.

Il Bambino Iperattivo: I Sintomi - Cosa succede a casa

“Un terremoto!…” esclamano spesso i genitori di questi bambini “Basta niente per distrarlo!”.

Si tratta di bambini che vengono descritti come irrequieti e poco interessati alle attività. Fanno molta fatica a concentrarsi e tendono ad agire senza pensare. Spesso perdono o rompono i loro giocattoli, hanno bisogno di continua attenzione da parte dei genitori, si trovano implicati in frequenti liti con i fratelli, dimenticano facilmente le regole e molte volte si sentono frustrati. Sono notevolmente disorganizzati, anche nell’alimentazione e nel sonno. Nonostante Tutto si oppongono con vigore ai cambiamenti delle routine, che acquisiscono per loro una notevole importanza.

  
Il Bambino Iperattivo:I Sintomi - Cosa succede a Scuola

 Cosa dicono le insegnanti

Sono alunni difficili da gestire che faticano a prestare attenzione ai particolari e che fanno molti errori di disattenzione; alle volte sembra che la loro mente sia altrove e che non siano in grado di ascoltare quello che si dice. Raramente riescono a portare a termine un compito, tanto più se lungo ed impegnativo, poiché lo avvertono come spiacevole e faticoso.
Quando oltre alla disattenzione è presente l’iperattività i bambini sembrano spesso sottopressione o “motorizzati”, difficilmente riescono a passare molto tempo seduti e sentono un forte e continuo bisogno di muoversi. Spesso perdono o rompono il materiale scolastico, i loro quaderni sono disordinati e sgualciti. In classe sono sempre fuori posto.

Il rapporto con i coetanei

Spesso sono i buffoni di corte della classe. Frequentemente vengono visti come compagni litigiosi. Il gruppo-classe può rispondere con atteggiamenti differenti che vanno dalla paura al venirne trascinati. A volte il soggetto è deriso altre evitato e, nonostante il suo comportamento clownesco, può provare disappunto e tristezza.

Il Bambino Iperattivo: Cosa Sente- Il nostro mondo ai loro occhi

Se provassimo ad immaginare il mondo visto attraverso gli occhi di questi bambini, dovremmo rappresentarci una realtà fatta di milioni di stimoli ugualmente interessanti che ci bombarderebbero tutti nello stesso momento. Ad esempio la nostra attenzione sarebbe attratta dal nostro programma preferito in TV, da una trascinante canzone alla radio, da un amico che parla, da un figlio che chiama...

Sicuramente proveremmo ansia per non riuscire a focalizzare la nostra attenzione su ogni singolo stimolo.

  
La Frequenza dell'Iperattività

Circa 4 bambini su 100 presentano tali difficoltà. Alcuni di essi sono particolarmente a rischio nello sviluppare problemi di comportamento e disadattamento sociale durante l’adolescenza.
Questa condizione è inoltre più diffusa tra i maschi che tra le femmine (in un rapporto di tre a uno nella popolazione generale).

Iperattività: Cosa Fare - affrontare e risolvere il disagio


Un principio importante da tener presente è innanzi tutto che questi bambini non hanno nessuna colpa, il loro comportamento non rispecchia alcun tipo di oppositività; né tanto meno hanno colpa i loro genitori che invece vengono spesso additati come incapaci di svolgere bene il proprio ruolo di educatori. In realtà la causa dell’iperattività non è da cercare nel modo in cui i genitori hanno educato il figlio. Nella maggior parte dei casi, il loro modo di agire è solo la conseguenza della carenza di attenzione e/o dell’impulsvità.

 Una strategia efficace è sicuramente quella di elaborare delle risposte univoche che possano aiutare il bambino a sentirsi contenuto. Tali risposte assumono un valore maggiore se riproposte in tutti gli ambiti di vita del bambino, a casa e a scuola.
In questo senso è utile che genitori ed insegnanti si avvalgano di una consulenza specialistica, per concordare le strategie ed i metodi educativi, tenendo comunque presente che per poter conseguire risultati concreti sono indispensabili costanza e sistematicità.

A maggior ragione è bene che ci si rivolga a dei professionisti nel caso in cui chi si prende cura del bambino trovi delle difficoltà che non riesce a superare da solo in tempo breve. In questi casi può essere indicata una terapia familiare, che ha l’obbiettivo di valersi dei genitori e di tutta la famiglia come risorse capaci di promuovere il cambiamento.
Nonostante l’ambiente non abbia un ruolo decisivo nella genesi del disturbo, come per altri disturbi della condotta a base emotivo-educazionale, esperienze emotive adeguate e positive potranno evitare disturbi comportamentali secondari, come comportamenti oppositivi e provocatori, disturbi specifici dell’apprendimento, ansia e depressione, spesso causati da insuccessi e frustrazioni nel campo relazionale, sociale e scolastico.

Gli obiettivi per la cura dell'iperattività seguono alcuni principi generali. Tra questi:

- Prevenire i sintomi secondari, che deriverebbero da una cattiva integrazione tra le caratteristiche proprie del disturbo e l’ambiente scolastico, sociale e familiare del bambino. In altre parole l’ambiente potrebbe rispondere in modo da rinforzare o minimizzare comportamenti disadattivi. La costanza, l’impegno e il tempo unitamente all’intervento terapeutico permettono di spezzare il circolo vizioso di insuccesso e frustrazione e di aumentare considerevolmente abilità personali e autostima. I bambini devono essere incoraggiati a sviluppare il loro potenziale, e messi in grado di aumentare la loro efficacia.
- Migliorare le condizioni di vita familiare, poiché a causa di tutti i fattori correlati al disturbo anche la vita familiare può risultare sofferente. In terapia si cerca di ricostruire la serenità familiare e di individuare comportamenti e strategie utili al bambino per favorire un buon sviluppo.
- Incrementare le abilità relazionali. Questi bambini faticano a trovare il giusto modo di relazionarsi nel gruppo di pari. Di fatto le difficoltà nel padroneggiare le regole fanno sentire frequentemente i bambini iperattivi frustrati, portandoli a mettere il broncio ed essere capricciosi. Appaiono poco flessibili ed adattabili. La conseguenza è che ricevono meno gratificazioni e apprezzamenti dai compagni e maggiori rifiuti.
- Potenziare l’autostima: i continui rifiuti e i fallimenti possono portare questi soggetti a perdere la fiducia in sé stessi. In terapia si lavora affinché i cattivi risultati a livello sociale, scolastico, familiare o sportivo non portino a sentimenti di inadeguatezza tanto importanti da diventare parte di sé e pregiudicare una buona autostima. L'intervento previene conseguenze negative come la depressione o l’ansia reattive.

La maggior parte di questi bambini, se aiutata tempestivamente, riesce ad avere una vita scolastica e sociale adeguata.


Fonte: 
Dott.ssa Isabella Biondi,Psicologa e Psicoterapeuta.






martedì 18 settembre 2012

Come insegnare al bambino ad essere ordinato

Insegnare l’ordine ai bambini non è una cosa semplice, purtroppo. I piccoli hanno le loro inclinazioni caratteriali e correggerle a volte può essere davvero un’impresa, ciò che conta però è non rimandare. Vi assicuro che continuare a ripetere: “Aspettiamo che sia più grande”, non è la scelta giusta. Per insegnare a riordinare le proprie cose, è necessario fingere che tutto sia un gioco.
Abituare i bambini a trovare tutte le loro cose in un posto preciso regala un senso di familiarità. È rassicurante sapere che nel cesto ci sono i lego, sul letto i pupazzi, nel primo cassetto le macchine e sulla mensolina i libretti colorati. Crea un ambiente piacevole per i piccolini, ma anche un luogo, dove possono muoversi con senso pratico.
Perché questo luogo si mantenga tale è necessario rimettere le cose al loro posto? Non impeditegli di giocare e fare anche confusione. Il bello dei momenti ludici è proprio quello di divertirsi e di sperimentare: costruire case o oggetti strani, disegnare e colorare, dare sfogo alla fantasia. Finito il gioco tutto, come per magia, deve tornare al suo posto.
I pupazzi hanno bisogno di andare a casa, sul lettino e le macchinine devono seguire un percorso stravagante prima di tornare in garage (nel solito cassetto). Per ricominciare a giocare, domani, tutto deve stare di nuovo lì. Non date il vizio di mettere a posto voi per loro. Fate insieme, perché devono imparare, ma non possono pensare che mamma faccia il lavoro faticoso. È anche riordinare i propri giochi è un modo per dargli delle responsabilità.
È ovvio che tutto dipende dall’età. Quelli piccoli, magari indicheranno solo il luogo giusto, quelli più grandicelli invece contribuiranno a riassettare per poi essere degli adolescenti totalmente autonomi. Un passo alla volta, anche piccolo, ma verso l’indipendenza. Non è complicato, diventa più difficile con il passare degli anni.

Tratto da Leonardo.it, nella sezione Tutto Mamma